di Inquisito Re
Col progredire del digitale sentiamo oramai sempre più parlare della famigerata “nitidezza” (sharpness in inglese).
Vediamo di capire in parole semplici (molto semplici…) di cosa si tratta utilizzando anche un esempio.
La NITIDEZZA (in ambito fotografico) indica il grado di leggibilità dei dettagli.
Essa dipende da una serie di fattori tra cui: qualità dell’obiettivo, risoluzione del sensore, movimento della macchina fotografica, movimento del soggetto, profondità di campo, utilizzo del diaframma, rumore di fondo, luci parassite e altri fattori.
La NITIDEZZA è l’insieme della Risoluzione e dell’Acutanza. La prima è la capacità della macchina fotografica di distinguere due punti vicini (misurata esempio in punti per pollice); la seconda è la valutazione oggettiva della nitidezza di una foto, ossia riguarda il cambio di livello di luminosità dei bordi.
La NITIDEZZA (o meglio l'acutanza) si può aumentare utilizzando degli appositi software (Photoshop, CameraRaw, … ) o direttamente dal menù on camera. Prima di fare questa operazione è indispensabile sapere sia il contesto di ingrandimento, sia il supporto attraverso il quale la fotografia verrà visualizzata (stampa, monitor, …)
Tralasciando ora i concetti più complicati, dicevamo prima che è’ possibile aumentare la NITIDEZZA (agendo sull’acutanza) applicando attraverso software dedicati una maschera di contrasto (MDC) detta in inglese unsharp mask (USM).
I metodi per applicare una MDC sono moltissimi e si possono trovare su qualsiasi libro di post produzione oppure in rete.